Confraternita
SS. Immacolata
dalla devozione dei Padri Gesuiti
XVII secolo
Melendugno- Lecce
Cenni Storici
L' avvenuto restauro della cappella completato il 25 Ottobre 2012, è un momento importante per la comunità di Melendugno.
Col recupero dei beni storico-architettonici si riscatta anche la memoria di un luogo che racconta le vicende della sua gente, infatti, oltre ad essere l'antica sede dell'omonima Confraternita, per l'antica Melendugno era anche un (sia pur modesto) baluardo.
Parlare della chiesetta dell'immacolata significa tornare indietro nel tempo, quando Melendugno, ancora suffeudo di Lizzanello sotto i baroni Paladini, era un paesino circondato da mura che l'arch. Walter Carrozzo in un grafico ha tentato di ricostruire con le sue 5 porte.
La data di un primo completamento della costruzione è indicata sulla sonnità dell'arco che introduce al presbiterio: 1666. In cima all'altare, in prossimità della volta, è incastonata la tela del Battista al quale, in origine, era dedicata l'attigua cappella che verosimilmente sorgeva alle spalle dell'altare maggiore.
Il libro "Guida di Melendugno" colloca la nuova costruzione nei pressi della "porta che dava a S.Foca", (probabilmente porta S.Giovanni) dove già nel XVII sec. esisteva qualche abitazione fuori le mura.
Per lungo tempo l
'Immacolata ha segnato l'estrema periferia Nord di Melendugno, poi, sparite le mura, intorno alla chiesetta è rimasta una piazzola detta per lungo tempo "largo Immacolata".
Solo nel 1928, sotto il podestà Luigi De Pascalis, il Comune acquista il suolo per l'ampliamento del largo Immacolota che assumerà il nome di piazza Littoria.
Non è difficile rilevare che l'Immacolota oltre a essere un luogo di culto, assolveva a compiti quanto meno precauzionali per l'avvistamento di eventuali incursori.
Fu dotata di un robusto e alto parapetto, tuttora esistente, che, inutile dal punto di vista estetico, si presentava adattissimo a offrire riparo a chi, prendendo la mira dalle feritoie praticate lungo i prospetti di tramontana, ponente e scirocco, aveva il compito di reagire contro gli assalitori.
Al tempo della sua costruzione e sino al XIX sec., rappresentava una linea di confine oltre la cuale si sperava che i pirati non passassero. Malgrado ciò, le loro "visite" nelle nostre contrade non erano proprio rare come, del resto, ci testimonia il Libro dei Defunti dell'archivio parrocchiale nel quale è annotatoche, rispetivamente il 4e 5 luglio 1674, Maria Mazzeo e Leonardo Potì furono uccisi ''turce'', cioè turcamente in seguito a incursione piratesca.
Un tempo il suono della campana, specialmente con vento a favore, si poteva udire a chilometri di distanza. Quindi le campane, oltre al richiamo dei fedeli alla preghiera e alla segnalazione della scansione temporale nell'arco della giornata, ottemperavano pure alla funzione di allertare la popolazione in caso di pericolo imminente. Per questo anche la chiesetta dell'Immacolota ha la sua torretta con due campane sormontata da un timpano.